L’uncaria: che pianta è? Quali sono le sue proprietà?

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L’uncaria è una pianta proveniente dal Centro e Sud America, dalle numerose proprietà curative, disponibile in compresse, gocce, polvere, etc, e facilmente reperibile in farmacie o erboristerie, in particolare online. Ma a cosa serve?

Storia e caratteristiche

Gli antichi popoli del Sud America usavano già questa pianta per curare diversi disturbi e malattie. E’ stato documentato, infatti, che gli indigeni peruviani usavano dei decotti preparati con la sua corteccia, che filtravano ed usavano per un trattamento curativo di dieci giorni. Un altro decotto più concentrato veniva assunto dalle donne durante il ciclo e per patologie reumatiche si preparavano infusi con le sue foglie.

La pianta è un arbusto, alto fino a venti metri, diffuso soprattutto nella foresta amazzonica, e viene così chiamata per le spine a forma di uncino presenti sul tronco. Le foglie sono di un colore verde e margini giallastri, ricoperte di peluria, e fiori sono rossastri. Ne esistono diverse specie ed in alcuni paesi è necessario prende con le indicazioni del medico, in quanto rientra nelle categorie delle “droghe”, in quanto contiene alcaloidi, di due tipi, ossia la tetra e la penta ciclici, nelle sue radici e nella corteccia.

In Italia è conosciuta anche come “unghia del gatto” e si può acquistare facilmente, sebbene bisogna seguire delle indicazioni del medico per assumerla, ma in paesi come Austria, in Germania e Stati Uniti si può acquistare solo con prescrizione medica.

Le sue proprietà

L’uncaria ha proprietà immunostimolanti, antinfiammatorie, antitumorali ed antivirali. Per queste sue proprietà, nell’ultimo secolo, è stata usata in terapie di sostegno del cancro e dell’AIDS.

L’uso della pianta, tuttavia, dipende anche dalla sua specie. Ad esempio, l’uncaria gambier, proveniente dall’Asia, è usata per infiammazioni ed ipertensione, mentre l’uncaria tormentosa, che viene dal Centro e Sud America, si utilizza per artriti, ascessi, allergie, asma, cancro, febbre, ulcera gastrica, irregolarità mestruale ed infezioni.

Nonostante queste sue proprietà, gli studi clinici su questa pianta sono ancora scarsi e la sua efficacia è quindi dubbia, sebbene abbia avuto dei riscontri positivi, come in uno studio in cui è stato somministrato un suo estratto a pazienti effetti di HIV, per un periodo di circa cinque mesi, e la loro conto dei linfonodi è migliorata.

Gli effetti indesiderati sono molto rari, ma comunque non mancano. Il suo uso prolungato, infatti, può diminuire i livelli plasmatici di progesterone ed estradiolo, che possono portare ad un’insufficienza renale, ed occasionalmente ha provocato diarrea, nausea ed ipotensione, soprattutto se assunto in dosi elevate. E’, inoltre, controindicata per i soggetti ipersensibili ad uno o più dei suoi componenti, oppure a chi è affetto da patologie autoimmuni e se si è sotto una terapia immunosoppressoria, e per le donne in stato di gravidanza o che allattano.