La terapia idropinica: che cos’è? A cosa fa bene?

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Bere almeno un litro di acqua e mezza al giorno è necessario per mantenersi in salute, e bere delle acque minerali lo può essere ancora di più per alcuni problemi. In questo caso, si può parlare di cura idropinica, ovvero una cura che consiste nell’ingerire delle acque minerali, dalle proprietà curative. Ma come funziona questa terapia?

I tipi di acque minerali

In una terapia idropinica è importante sapere quanta acqua bere, in quale frequenza e di quale tipologia. Le acque minerali si distinguono per: acqua minimamente mineralizzata, con un residuo fisso di meno 50 milligrammi per litro, acqua oligominerale, il cui residuo fisso è tra i 50 e i 50 milligrammi per litro, acqua mediominerale, tra i 500 e i 1000 milligrammi di residuo fisso per litro, e l’acqua ricca di sali minerali, con un residuo fisso che supera i 1000 milligrammi per litro.

Le acque ricche di sali minerali, a loro volta, si possono distinguere per il tenore del minerale che contengono in determinate concentrazioni, come l’acqua minerale calcica, che ha un tenore di calcio superiore ai 150 milligrammi per litro, oppure l’acqua minerale sodica, con un tenore di sodio che raggiunge più di 200 milligrammi del litro.

Ovviamente è il medico che decide quale e quanta acqua bere, ma una cura idropinica dura circa una dozzina di giorni, che può limitarsi a bere la sola acqua a digiuno, oppure essere abbinata a bagni e fanghi.

Per quali problemi ricorrere alla terapia idropinica

Una cura del genere può essere benefica per diversi problemi o condizioni fisiche. Ad esempio, può aiutare in gravidanza, per compensare il rapporto di sali minerali, scegliendo acqua oligominerali o mediominerali, e lo stesso vale per l’allattamento.

Chi sta seguendo una dieta dimagrante può optare per delle acque oligominerali, che favoriscono l’eliminazione delle tossine, mentre chi pratica sport può ottenere benefici da acque con una buona concentrazione di sali minerali, come calcio, sodio, ferro, cloro e bicarbonato. Se si soffre di anemia, l’ideale è un’acqua ricca di ferro, mentre chi è soggetto a carie può beneficiare dell’acqua fluorata.

Non si può non sottolineare i benefici di questa terapia per i calcoli renali. In questo caso, si consigliano acque oligominerali o minimamente mineralizzati, in quantità generose, in quanto sono in grado di stimolare la diuresi e prevenire la formazioni di calcoli. Eliminando le tossine con l’urina, si possono prevenire inoltre infiammazioni in questa particolare area del corpo.

Dove seguire una cura idropinica

In Italia, ci sono diverse terme in cui si può usufruire di questa particolare cura, e queste cure possono rientrare nelle convenzioni se vengono prescritte per determinate patologie.

Si possono citare, ad esempio, le terme di Boario, le cui cure prevedono assunzioni di acqua a determinati orari, temperature, ritmi e percorsi, per patologie come infiammazioni alle vie urinarie, disfunzioni all’apparato gastroenterico e per stimolare la digestione e la diuresi. Le acque si queste terme si bevono, di solito, nelle quantità di un bicchiere da 200 cc, da sorseggiare per almeno dieci minuti o un quarto d’ora, preferibilmente camminando, e la prima colazione, di solito, si effettua dopo mezz’ora dall’assunzione dell’ultimo bicchiere mattutino.