Crisi vagali: che cosa sono? Cosa può provocarli? Quali sono i trattamenti da adottare?

Il nostro punteggio!

La crisi vagale, o sindrome vasovagale, colpisce il decimo dei dodici nervi cranici, e può essere sintomo di un problema più grave che può insorgere nel tempo, come la sincope vagale o problemi neurovegetativi. Ma che sintomi presenta tale problema? Come si tratta?

Le cause e i sintomi

Queste crisi vagali si presentano quando il nervo vagale esce dal midollo allungato e raggiunge l’addome, stimolando la produzione di acido gastrico, causando così difficoltà digestive, rallentamento della frequenza cardiaca e restringimento dei bronchi, e quindi difficoltà respiratorie. I sintomi di tale problema sono debolezza, nausea, vertigini, pallore in viso, visione alterata, dolori al collo e rigidità, ronzio nelle orecchie, disturbi gastrointestinali e palpitazioni.

Alla base di tale problema c’è un malfunzionamento a livello dei centri neurovegetativi del sistema nervoso, ed esso a sua volta può essere provocato da una prolungata esposizione al sole, un forte stress emotivo, dolori intensi, un improvviso cambio di postura, un’assunzione prolungata di farmaci per la pressione arteriosa, un eccesso di alcool o la vista del sangue.

La diagnosi e i trattamenti

Per diagnosticare questo problema è necessario sottoporsi ad alcuni esami clinici, prescritti dal medico, come le analisi del sangue, l’elettrocardiografia, l’ecocardiografia, l’holter pressorio o ECH, o l’encefalogramma. In certi casi, è possibile effettuare anche il tilt test, un esame diagnostico in cui un apposito strumento misura la frequenza cardiaca e la pressione sanguigna, e vi si ricorre proprio per diagnosticare sincopi vasovagali.

Non vi è una cura specifica, per risolvere queste crisi, ma è possibile adottare alcune terapie, in modo da prevenire l’insorgenza di tali crisi. Tra questi trattamenti preventivi se ne possono distinguere due tipi, ed uno di essi è il trattamento farmacologico. Sebbene non vi sia proprio un protocollo standard per la sincope vasovagale, per questo problema sono utili medicinali come la midodrina, il cui principio attivo ha un’azione anti-ipotensiva, ed è probabile che il paziente debba assumere tale farmaco per tutta la vita, cambiando la posologia, secondo le indicazioni del medico. In alcuni casi, è possibile ricorrere ai beta-bloccanti, ma dagli studi non è stata confermata una vera e propria efficacia del loro uso.

L’altro trattamento da adottare è quello chirurgico. Tale intervento comprende l’impianto di un peacemaker, che regolarizza il battito cardiaco, ma esso non interviene sull’ipotensione, e quindi non è risolutivo, come trattamento. C’è anche chi opta per l’osteopatia.

Il modo migliore per evitare queste crisi è prevenirle, non solo riconoscendo i sintomi prodromici, ma anche evitando quelle situazioni che innescano la sindrome. Ci sono anche degli esercizi mirati da poter provare, in grado di aumentare la pressione sanguigna, come l’hand grip, che consiste nel prendere una palla di gomma e stringerla, oppure l’arm tensing, che si esegue unendo entrambe le mani ed ottenendo la massima contrazione isometrica. Se non è possibile effettuare tali misure, è bene, se arriva una crisi, stendersi in posizione supina, prima di perdere conoscenza, o almeno sedersi o tenere il capo fra le ginocchia.