Biotecnologie farmaceutiche: ecco quali corsi di studio prevede e quali conoscenze si acquisiscono

Il nostro punteggio!

Tra i numerosi corsi di studio della Facoltà di Medicina, è incluso anche quelle Biotecnologie farmaceutiche, il cui obbiettivo è di formare gli studenti perché possano applicarsi, tramite le più diverse tecnologie, nella ricerca nazionale o internazionali dei farmaci. Ma quali sono le materie previste in questo corso? E i possibili sbocchi lavorativi?

Le materie dei corsi

Le aree di studio per chi opta per questo corso, in generale, possono comprendere l’area bioinformatica, quella molecolare e l’area della nutrizione e del benessere. A queste, si può aggiungere un’area che riguarda l’aspetto economico e giuridico della ricerca scientifica e dei suoi criteri.

I piani di studio possono variare da istituto ad istituto. Ad esempio, la laurea magistrale in questo corso presso l’Università degli studi di Milano, prevede:

  • al primo anno le materie di Biochimica metabolica e funzionale, Biologia dello sviluppo e del differenziamento, Fisiologia dei sistemi integrati, Fisiopatologia d’organo, Virologia molecolare, Basi molecolari dell’azione di ormoni e farmaci, Bioinformatica strutturale e modellistica molecolare, Biotecnologie in farmacologia e Purificazione e formulazione di farmaci biotecnologici;

  • al secondo anno si studiano Biotecnologie farmacologiche e Farmaci biotecnologici innovativi, e si praticano attività presso un laboratorio sperimentale biotecnologico, un tirocinio applicativo ed una prova finale.

Le competenze acquisite in corsi come questo permettono ai laureandi di operare in vari campi, da quello diagnostico, in cui bisogna gestire le analisi molecolari e le biotecnologie da applicare in medicina, a quello farmacologico, tossicologico, cosmetico ed ambientale. Inoltre, si impara a gestire e dirigere i laboratori di ricerca farmacologico e la progettazione di brevetti in ambito sanitario.

Gli sbocchi professionali

Con una laurea in Biotecnologie farmaceutiche, si possono scegliere tra le più diverse professioni, da quelle intellettuali, ossia i chimici informatori e divulgatori, i biotecnologi, i farmacologi, i biologi ed altre professioni simili.

Tra le altre professioni, si possono aggiungere anche le attività didattiche, sia nell’ambito disciplinare scientifico sia nella ricerca nelle strutture universitarie pubbliche o private. Ci sono, poi, le attività scientifiche nelle strutture pubbliche, come il CNR o l’Istituto Superiore della Sanità, nelle industrie biotecnologiche e farmaceutiche, nel clinical monitoring e nella gestione del controllo di qualità e valutazione e controllo nella sicurezza ambientale.

Ovviamente, lo stipendio di un laureato in questo corso può variare dalla professione e dalla struttura in cui si opera. Un perito chimico, ad esempio, può guadagnare circa 1350 euro all’anno, mentre un chimico vero e proprio può percepire uno stipendio annuo di 34,500 euro.